Decreto FER, il fotovoltaico è tra le tecnologie incentivate

Decreto FER, il fotovoltaico è tra le tecnologie incentivate

Fonte Ministero dello Sviluppo Economico

Il fotovoltaico è nella bozza di decreto per l’incentivazione delle fonti rinnovabili nel triennio 2018-2020 preparato dal ministero dello Sviluppo Economico. Il documento prevede la possibilità di incentivare potenze superiori ai 20 chilowatt (limite per accedere alle detrazioni fiscali), con la possibilità di inserire nei registri gli impianti fino a un megawatt di potenza.
Il monte degli incentivi non potrà superare i 5,8 miliardi di euro annui, limite già in vigore per le tecnologie diverse dal fotovoltaico e che oscilla nel tempo mano a mano che alcune tecnologie escono dal regime incentivante.

Come funziona
Sono ipotizzate dal ministero sette procedure d’asta e registro a scadenza quadrimestrale, a partire da novembre 2018 e fino al 2020. Per l’iscrizione ai registri degli impianti eolici e fotovoltaici si prevede una potenza incentivabile massima di 580 megawatt, mentre per le aste il volume a disposizione è di 4.800 megawatt in tre anni (per eolico e fotovoltaico insieme). Il GSE avrà il compito di avviare procedure d’asta specifiche per impianti oggetti di interventi di rifacimento.

Fotovoltaico

Il provvedimento prevede la remunerazione dell’energia immessa in rete da impianti fotovoltaici al di sopra dei 20 kW, cioè quelli che non possono accedere alle detrazioni fiscali, in particolare, l’energia immessa in rete prodotta da impianti in regime di cessione totale (restano esclusi gli impianti connessi in scambio sul posto – SSP).

Il decreto prevede anche che il Gestore dei mercati Energetici (GME) avvii una consultazione volta a far nascere una piattaforma di negoziazione di contratti a lungo termine di energia da fonti rinnovabili, cui i produttori possono partecipare anche in forma associata. I prezzi a base d’asta indicati nella tabella del documento indicano per gli impianti fotovoltaici una remunerazione di 110 euro/Mwh (per impianti da 20 a 100 chilowatt), 90 euro/Mwh (da 100 a 1.000 chilowatt) e 70 euro/Mwh (oltre 1000 chilowatt).

Mini-eolico

Le tariffe per il mini-eolico sono nuovamente diminuite rispetto a quanto già stabilito dal DM 23 luglio 2016, passando da 0,250 €/kWh per potenze inferiori a 20 kW e da 0,190 €/kWh per impianti con potenza inferiore a 60 kW a 0,140 €/kWh per impianti con potenze comprese tra 0 e 100 kW nominali. A differenza del fotovoltaico il costo degli impianti mini-eolici negli ultimi 5 anni non ha registrato diminuzioni significative, ciò a causa dell’incidenza dei costi fissi di installazione, relativi alle opere civili, elettriche e agli iter autorizzativi. Un impianto mini-eolico da 60 kW, oggi ha un costo che varia da 220 a 280 mila euro, a fronte di una produzione che può variare 110 MWh/anno a 180 MWh/anno. Nel caso migliore, massima produzione e minimi costi, il piccolo imprenditore, accedendo alla tariffa prevista nella bozza di decreto, potrà ricavare circa 25.000 €/anno, ricavo a cui corrisponde un tempo di ritorno dell’investimento (Pay Back Time – PBT) pari a 9 anni. Nel caso peggiore, l’investimento sarà del tutto infruttuoso poiché il PBT sarà pari a 18 anni, quasi coincidente all’intera durata dell’incentivo che è fissata in 20 anni.

Il documento dovrà ricevere il via libera dal ministero per l’Ambiente, dall’Autorità per l’Energia (ARERA) e dalla Conferenza unificata, prima di essere inviato a Bruxelles.

 

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